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Aumentare le vendite nell’automotive con un sistema welfare e incentive integrato

Come aumentare le vendite e allo stesso tempo incentivare e coinvolgere tutti gli attori del settore automotive? La risposta può arrivare da un sistema di welfare e incentive integrato che riesce a ingaggiare contemporaneamente i BDC (business development center), i venditori e gli operatori post-vendita (officine). E le ultime novità in materia di welfare aziendale, con l’aumento della soglia di esenzione dei fringe benefit a 3000 euro per tutto il 2022 (fino al 12 gennaio 2023), vanno sicuramente in questa direzione, andando a sostenere anche il settore automotive.

Ma non solo: un sistema incentive integrato è una risorsa in più per coinvolgere e soprattutto fidelizzare i clienti per ogni touchpoint di un customer journey che, come sappiamo, al giorno d’oggi è tutt’altro che lineare e porta le persone a percorrere tante strade prima di arrivare ad acquistare la propria auto.
Un sistema welfare e incentive integrato può dunque dare una grande spinta al settore automotive perché si basa su premi non monetari convenienti non solo per chi li eroga ma anche per chi li riceve.
Cerchiamo di capirne di più partendo dal ruolo che il welfare ha in tutto questo.

Il ruolo del welfare aziendale e i fringe benefit

Il welfare aziendale oggi ha una funzione importante, anzi potremmo dire quasi cruciale: oltre a dare un sostegno a dipendenti e collaboratori aumentandone il potere d’acquisto, è un modo per premiarli, accrescendo così il loro benessere e la motivazione sul luogo di lavoro. Una maggiore soddisfazione che si traduce in una crescita della produttività e migliori risultati aziendali.

In tutto questo giocano un ruolo non indifferente i vantaggi fiscali. Come dicevamo, tra le ultime novità c’è quella che riguarda i fringe benefit e la soglia di esenzione da oneri fiscali e previdenziali.

Il Decreto Aiuti quater n. 176 del 18 novembre 2022 ha innalzato la soglia di esenzione fino a 3000 euro per i fringe benefit: il che significa che fino a questa somma, per il dipendente/collaboratore non c’è nessuna tassazione aggiuntiva. Per il datore di lavoro/sostituto d’imposta, gli importi sono totalmente deducibili dal reddito d’impresa. I fringe benefit, infatti, sono molto più convenienti di un premio in busta paga. Per arrivare a offrire al dipendente lo stesso importo, infatti, l’azienda ha un costo di 4800 euro, cosa che non avviene con l’erogazione di fringe benefit fino a 3000 euro.
La nuova esenzione trova applicazione nel periodo d’imposta 2022 pertanto, per il principio di cassa allargato, il datore di lavoro può assegnare i fringe benefit secondo questa modalità fino al 12 gennaio 2023.

I fringe benefit diventano quindi una vera e propria risorsa per le persone, anche alla luce dell’aumento dell’inflazione che, secondo i dati Istat di ottobre 2022, è del 7,5% su base annua.  I servizi fringe benefit, secondo l’Osservatorio Welfare 2022 di Edenred Italia, rappresentano la tasca più consistente dei consumi welfare: ben il 34%. Una tendenza di crescita che si era vista già nel 2020 e che si mantiene costante, anche grazie agli interventi legislativi che negli ultimi due anni hanno portato al raddoppio da 258.23 euro a 516.46 (per poi arrivare alle novità del 2022: aumento della soglia esentasse a 600 euro con il Decreto Aiuti bis e 3000 euro con il Decreto Aiuti quater).

Perché attivare un piano incentive oggi

Attivare un piano di incentivazione oggi significa puntare anche e soprattutto su premi non monetari che generano, come abbiamo visto, un valore non indifferente.
Chi riceve un premio in denaro – che comunque è soggetto a tassazione – di solito tende a metterlo da parte per eventuali spese o necessità legate alla famiglia. Chi riceve un premio non monetario tende a valutarlo in maniera diversa: come un premio, appunto, per quanto ha fatto nel suo lavoro; pertanto, solitamente sceglie di fare un regalo per sé o tutt’al più per qualcuno a cui tiene.
Rientrano tra i premi non monetari i voucher welfare, i buoni acquisto e le gift card che, secondo l’Incentive Federation Europe (dati 2019), stimolano migliori performance garantendo un incremento di vendite tra il 3 d il 9% in più rispetto alle aziende che non li utilizzano.

Senza tralasciare, poi, il parere dei direttori marketing: il 69% considera proprio i buoni acquisto – come gli Edenred Shopping per esempio – tra i premi non monetari più apprezzati e utilizzati (secondo il sondaggio condotto nel 2021 dalla redazione Promotion su un panel di Marketing & Communication Manager e Direttori).

I buoni acquisto nel settore automotive per incentivare e premiare tutti gli attori

Ecco perché un sistema di welfare e incentive integrato può coinvolgere tutti gli attori del ciclo di vendita del settore automotive, a partire dai business development center (BDC) che hanno un ruolo importantissimo, ossia quello di trasformare i potenziali lead in clienti e fissare gli appuntamenti in concessionaria. Individuare per loro uno o più obiettivi da raggiungere e premiarli con dei buoni acquisto in qualità di fringe benefit, per esempio, può renderli non solo più consapevoli e ingaggiati rispetto a quello che fanno, ma anche far capire quanto sono preziosi.

Un comportamento premiante si può individuare anche per i venditori – siano essi dipendenti o con partita Iva – che portano a termine la vendita e la consegna dell’auto. Premiarli con dei buoni acquisto che possono utilizzare per le loro spese personali può essere un ottimo modo per gratificarli e spingere a fare ancora meglio.

Così come altrettanto importante è riconoscere il ruolo dell’officina che, una volta che la vendita si è conclusa, offre dei servizi aggiuntivi importanti come il tagliando, la manutenzione dell’auto, il cambio gomme e così via mantenendo vivo nel tempo il rapporto con il cliente. Anche per gli operatori post-vendita è importante individuare degli obiettivi e, al raggiungimento di essi, assegnare dei premi come possono essere i buoni acquisto.

Un sistema di welfare e incentive integrato nell’automotive riesce quindi a far sentire tutti gli attori coinvolti come parte di un tutto e allo stesso tempo ne riconosce le caratteristiche individuali e il lavoro svolto.

I buoni acquisto per attrarre i clienti e fidelizzarli

Un piano incentive non è però rivolto solo agli interni, ma contribuisce – e non poco – a fidelizzare i clienti in ogni touchpoint. Il customer journey di chi vuole acquistare un’automobile è infatti piuttosto complesso: basti pensare che secondo uno studio di Think with Google la decisione di comprare o meno una macchina può essere caratterizzata da ben 900 touchpoint.

Ecco perché individuare un sistema premiante può portare sempre più persone in concessionaria e farle propendere per il fissare un primo appuntamento.
Si può prevedere per esempio di regalare buoni benzina a chi porta un amico in concessionaria. Così come si possono regalare dei buoni acquisto a una persona che ha appena avuto l’auto in consegna e può rispondere a un sondaggio sulla soddisfazione in merito al suo acquisto.
E ancora: l’acquirente fa il tagliando o il cambio gomme in quella officina? Può essere premiato con dei buoni shopping.

Sono ovviamente solo esempi di come, individuato un comportamento premiante da parte del cliente, si possano offrire dei reward che non solo lo fanno sentire speciale, ma lo aiutano nelle spese che deve sostenere ogni giorno.
Scegliere i buoni acquisto Edenred Shopping dà ulteriori vantaggi: sono accettati in oltre 27000 punti vendita in tutta Italia, si possono usare per lo shopping (abbigliamento, calzature, accessori, elettronica, viaggi ecc…) così come per la spesa al supermercato oltre che per il carburante. E oltre che nei negozi fisici è possibile usare i buoni acquisto Edenred anche sugli e-commerce e tramite app.
Un sistema welfare e incentive integrato funziona tanto meglio quanto è più ampia la rete di spendibilità e con Edenred Shopping è in continua espansione.