Una ricerca di McKinsey e Company evidenzia le ripercussioni del COVID-19 sulle modalità di spostamento e trasporto delle persone durante questa pandemia globale. Dalla ricerca emerge come i mezzi di trasporto pubblico (autobus, metropolitane, taxi e ride-sharing) vengano principalmente evitati per una serie di preoccupazioni legate alle infezioni virali e alla qualità dell’aria. Questo implica quindi una grave ripercussione sull’intero settore del trasporto pubblico, che coinvolge produttori, imprese, fornitori, causando effetti sulle città stesse.

 

L’analisi si è basata su un sondaggio svolto in 7 Paesi, Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e USA, in 5 momenti diversi durante i primi mesi della pandemia, coinvolgendo individui di entrambi i sessi, con fasce di reddito diverse. Dai risultati, emerge che la fiducia negli spostamenti mediante mezzi pubblici è diminuita in tutti i Paesi, che prediligono invece l’uso della propria vettura privata. D’altro canto, le società si stanno adoperando per ricercare soluzioni sicure, capaci di promuovere l’uso di mezzi di trasporto pubblico, per ridurre emissioni, inquinamento ed evitare congestione del traffico, ripristinando un trasporto accessibile a tutti.

 

In Italia, al quesito posto agli intervistati “Quale dei seguenti mezzi di trasporto consideri sicuro per la tua salute riguardo a un’infezione da COVID-19?” emerge che l’85% considera sicuro lo spostamento con la propria vettura, il 55% lo spostamento a piedi o in bicicletta, il 5% lo spostamento con i mezzi di trasporto pubblico e il 2% lo spostamento con taxi e NCC. Dalla ricerca si evidenzia come con l’aumentare dell’età degli intervistati, aumenti la propensione all’utilizzo della vettura privata per gli spostamenti, infatti l’89% degli intervistati aventi più di 55 anni, ritiene la propria auto un mezzo di spostamento sicuro per la propria salute.

 

Alla domanda “Data la situazione odierna, quale misura di sicurezza dei fornitori di servizi di mobilità aumenterebbe la probabilità che tu utilizzi quel servizio? Si prega di considerare viaggi con i mezzi pubblici, car-sharing, viaggi in taxi e micromobilità condivisa”, è emerso che il 56% degli intervistati ne usufruirebbe con disinfezione regolare, il 51% con il distanziamento fisico, il 33% con la misurazione della temperatura corporea, il 26% con l’utilizzo di barriere (es. plexiglas) tra passeggeri e conducenti, il 19% con tempi di attesa maggiore al fine di avere mezzi più vuoti e il 18% nessuna delle precedenti.

 

Infine, alle domande “Prima che iniziasse la pandemia, quali erano le ragioni principali per cui sceglievi un mezzo piuttosto che un altro per i tuoi viaggi privati?” e in seguito “Data la situazione odierna di pandemia, quali sono i motivi per cui hai scelto una modalità di trasporto piuttosto che un’altra per i tuoi viaggi privati?”, tra tutti gli intervistati si evidenzia che le ragioni sono legate a:

  • rischi limitati di infezione, 15% prima della pandemia, contro 52% durante la pandemia;
  • per evitare il traffico, 34% prima della pandemia, contro 22% durante la pandemia;
  • tempo di percorrenza: 50% prima della pandemia, contro 38% durante la pandemia;
  • spazio e privacy: 18% prima della pandemia, contro 22% durante la pandemia;
  • convenienza: 31% prima della pandemia, contro 21% durante la pandemia;
  • costo del viaggio: 25% prima della pandemia, contro 22% durante la pandemia;
  • ragioni di sostenibilità ambientale: 19% prima della pandemia, contro 15% durante la pandemia.

 

Dalla ricerca emerge quindi come in Italia l’automobile privata sia considerata il mezzo di trasporto privilegiato e ritenuto più sicuro per gli spostamenti durante la pandemia da COVID-19. La paura per la propria salute e il rischio di contagio hanno fatto sì che si modificassero anche stili di vita e abitudini legate ai trasporti pre-pandemia, prevalendo anche su ragioni di sostenibilità ambientale, costi di trasporto, convenienza e tempi di percorrenza.

 

FONTE: McKinsey e Company 2020